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Yayoi Kusama è l’artista giapponese che ha conquistato il mondo con i suoi pois

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Prima Londra, poi Parigi e ora Milano. Sulle facciate delle boutique di Louis Vuitton di queste tre città sono comparsi dei pois multicolori e delle sculture monumentali di una graziosa signora con un caschetto rosso fuoco. Chi è questa donna? Si tratta della celebre artista giapponese Yayoi Kusama, con cui la rinomata maison francese ha sancito una nuova collaborazione.

Nata nel 1929 a Matsumoto, Yayoi Kusama è una delle artiste poliedriche più influenti del XX e XXI secolo. Ancora bambina è colpita da allucinazioni visive e uditive, dalle quali trova sollievo raffigurando ciò che la portano a vedere e sentire. La sua predisposizione per il disegno, però, è ostacolata dai genitori e in modo particolare dalla madre, che spesso strappa i suoi disegni e che vorrebbe imporle un futuro estraneo al mondo dell’arte. Fin da piccola Kusama sviluppa una tecnica particolare, rapida e furiosa, che le consente di concludere in poco tempo i suoi lavori: è la paura che vengano distrutti a portarla a riempire i fogli con pois di vari dimensioni e colori, semplici e veloci da realizzare.

Dopo aver studiato pittura, nel 1958 Kusama si trasferisce negli Stati Uniti, prima a Seattle e poi a New York. L’artista inizia a dedicarsi giorno e notte alle sue creazioni, affermandosi in un ambiente artistico fortemente maschilista e ostile alle sue origini.

Gli intensi anni newyorkesi, costellati dalla fama e dallo stress, portano Kusama a soffrire di nevrosi. Nel 1973 rientra in Giappone e pochi anni dopo, nel 1977, prende la spontanea decisione di farsi ricoverare in un ospedale psichiatrico, dove tutt’oggi vive e che lascia quasi quotidianamente solo per recarsi nel suo studio di Shinjuku, a Tokyo.

Dipinti, installazioni e performance: il percorso artistico di Kusama è costellato di opere eterogenee, sovversive e dissacranti. Infinity Nets è la serie di dipinti di maggior fama, presentata per la prima volta nel 1959 a New York in occasione della sua prima mostra personale. Sullo sfondo monocromatico delle tele, con delle rapide ed energiche pennellate, l’artista riempie lo spazio a sua disposizione creando suggestioni immaginifiche costituite da miriadi di punti a forma di archetto.

L’opera “Infinity Mirror”.

Gli spazi bidimensionali della tela diventano ambienti tridimensionali con le installazioni Infinity Mirror Room: specchi e superfici riflettenti creano un effetto caleidoscopico proiettando all’infinito quanto contenuto nella stanza, affinché lo spettatore possa vivere le stesse allucinazioni provate dall’artista.

Ma è con la performance Narcissus Garden che Kusama fa scalpore nel mondo dell’arte. L’artista si presenta senza invito a La Biennale di Venezia del 1966 posizionando 1.500 sfere specchianti davanti al Padiglione Italia, con cartelli recanti la scritta Your Narcisism for Sale. Le sfere, infatti, sono vendute al pubblico direttamente dall’artista al prezzo di due dollari.

Oltre ai pois, l’altro tratto distintivo delle opere di Kusama è la zucca. La fascinazione per le zucche nasce durante l’infanzia: l’artista passeggiando in compagnia del nonno rimane estasiata dalla semplicità delle zucche, che poi ricorreranno nei suoi lavori, di cui ammira la grazia della forma ma anche l’impressione di solida spiritualità. Una solida spiritualità che persegue per mezzo dell’arte.

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