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Vi racconto il mio pranzo della domenica

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Dallo scorso settembre mi sono trasferito da Parma a Brescia per lavoro, e finalmente, dopo tanti “prima o poi veniamo a trovarti, eh?!?!”, i miei amici parmensi sono venuti a farmi visita nella città della Leonessa.

Per l’occasione, con il valido aiuto della mia dolce metà Emanuela, ho preparato un grande pranzo della domenica, approfittandone per “testare” alcuni prodotti della Hyblea Gourmet, una azienda siciliana, (per la precisione di Scicli, provincia di Ragusa), conosciuta lo scorso novembre a “Rubino – Rotte del vino”, un evento svoltosi proprio a Scicli che ha ospitato i migliori produttori di vino della parte sud orientale della Sicilia in un itinerario di eventi musicali, culturali e gastronomici. Quella volta, ero rimasto colpito dalla bontà e dalla genuinità di quei prodotti, che mi erano stati presentati da Francesco ed Enrico, i due soci di HB, prodotti tipici siciliani semplici quanto unici, che riprendono le ricette ed i sapori di un tempo, di quelle conserve che i nonni (i miei compresi) facevano in casa.

Ore 13.00 – I miei amici sono appena arrivati e subito ci sediamo per iniziare il pranzo. Si parte con una ricca varietà di antipasti: da una parte il piatto dai gusti forti, ovvero bruschette di pane siciliano con crema di peperoncino verde, crema di peperoncino rosso, pomodoro ciliegino semi dry e capuliato di pomodoro ciliegino al peperoncino; dall’altra parte, invece, il piatto dai gusti delicati, cioè formaggio ragusano, salame siciliano e Bagos (qualcosa di bresciano dovevo pur farlo assaggiare) serviti con pesto di finocchietto selvatico, confettura di datterino di Scicli e confettura extra di mela cotogna. Il tutto accompagnato da un discreto Franciacorta e da un delicato Frappato. Manuele ed Antonello si sono subito fiondati sulle bruschette, rimanendo però colpiti dalla forse inaspettata esplosività della crema di peperoncino verde (Antonello, in particolar modo, un po’ ha pianto, ma alla fine si è diviso l’ultima bruschetta rimasta con me). Emanuela, amante come me del piccante, ha preferito invece quella di peperoncino rosso, mentre Alessandro, fidentino doc ma di origini calabresi, non ha fatto una piega ed ha spazzolato tutto. Stefania, più previdente, è partita invece dai gusti più soft del piatto dei formaggi, apprezzando soprattutto la confettura di datterino di Scicli, mentre ad Annalisa è piaciuto di più il pesto di finocchietto selvatico. Infine Silvia, fortemente convinta della sua scelta vegetariana, ha apprezzato tutto tranne, ovviamente, il salame.

Tra tante chiacchiere, risate ed alcuni bicchieri di vino passiamo la primo: strozzapreti al pesto di mandorle di Avola al profumo di agrumi e ricotta salata. A detta dei miei commensali, il pesto di mandorle è molto delicato e si sposa bene con la ricotta salata, mentre le scorzette di limoni ed arance (forse ne ho messe troppe!!!) danno un tocco troppo amaro alla pasta. Lo chef, che solitamente è suscettibile alle critiche, questa volta incassa a testa bassa, molto fiducioso sulla seconda portata.

Chiuso il capitolo “primo” (…e comunque, nei piatti, sono rimaste solo le scorzette di agrumi, che si sappia!) passiamo al secondo: salsiccia (anche questa rigorosamente sicula) alla birra con contorno di verdure miste grigliate, per la precisione melanzane, zucchine, patate, peperoni e cipolline rosse, il tutto accompagnato da Cerasuolo di Vittoria. Un successo annunciato, modestamente!

Dopo una piccola pausa si passa al dolce, un tiramisù con gocce di cioccolato preparato da Emanuela, accompagnato dal caffè e dall’acquavite d’uva, nelle versioni bianca ed affinata in barrique, che ha aiutato(ed è proprio servita) la digestione. Ancora chiacchiere, risate, e rievocazione di ricordi universitari ci portano alle 17.30 quando ci alziamo da tavola. La bella domenica in compagnia degli amici è al termine, sperando presto di poter bissare l’evento, anche perché c’è ancora tutta la cucina bresciana da provare ed approvare!

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