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Tempo di vendemmia? Dall’Alto Adige arriva la cura dell’uva

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Il territorio di Merano, e dell’Alto Adige in generale, è una terra di vini e si contraddistingue per l’eccellenza e la varietà della produzione vitivinicola. L’uva, è uno dei prodotti certamente più rappresentativi e lo dimostra anche il fatto che, nel periodo di vendemmia, le manifestazioni dedicate al ringraziamento e alle degustazioni sono molteplici.

Forse è meno nota un’altra usanza legata a questo frutto: la “cura dell’uva”, cui fanno ricorso da oltre cento anni gli abitanti del territorio meranese, con ottimi risultati. La cura dell’uva, perché abbia i risultati attesi, bisogna farla seguendo una serie di accorgimenti specifici: l’uva impiegata deve essere quella del vino schiava (Vernatsch), deve essere fresca (raccolta ogni mattina dal vitigno) e matura. Dopo averla accuratamente lavata, bisogna mangiarla a digiuno, masticando lentamente, acino dopo acino, in modo da sminuzzare la buccia ricca di vitamine A, B e C.

Bisognerebbe mangiarne da 300 a 1000 g, due volte al giorno (una alla mattina e una prima di cena o nel pomeriggio) e poi dedicare del tempo a una bella passeggiata. Gli effetti benefici sono il miglioramento della digestione, la purificazione del corpo e degli organi dell’apparato digerente e urinario oltre all’aumento delle funzioni epatiche e di quelle della cistifellea.

Le Terme di Merano hanno preso spunto dalla centenaria tradizione della cura dell’uva per elaborare due pacchetti bellezza, disponibili solo in autunno, che utilizzano l’uva fresca meranese. In uno è previsto l’impacco corpo con crema all’uva fresca, bagno con mosto d’uva fresco e massaggio alla schiena con olio di semi d’uva; nell’altro un peeling e un massaggio corpo ai vinaccioli altoatesini e un massaggio viso all’uva con timbri al vapore. L’uva fresca, infatti, tra le tante proprietà, ha anche quella di contrastare l’invecchiamento della pelle.

 

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