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Hygge, la via danese per la felicità e il benessere è molto più di uno stile di vita

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C’è un sentimento che la stagione fredda porta con sé, una sensazione che nel corso dell’autunno e dell’inverno è amplificata dal bisogno di ricercare uno spazio proprio in cui trascorrere il tempo, in attesa dell’arrivo della primavera. Si tratta dell’hygge, una filosofia di vita scandinava.

Hygge, la cui pronuncia è ügghe, è una parola di origine danese intraducibile in italiano che indica quella sensazione di accoglienza, calore e intimità che nasce da una situazione di benessere o appagamento. L’hygge, come il wabi sabi in Giappone, permea la cultura danese e, in generale, quella nordica in ogni suo aspetto: è un’emozione innata per i danesi, un qualcosa a loro così famigliare che ne scandisce la quotidianità e che sta alla base della ricercata felicità scandinava.

La parola deriva dal norvegese hugga, termine risalente al XVI secolo che significa “consolare, confortare” e, allo stesso tempo, il concetto di hygge si rifà a quello svedese di lagom, una sorta di moderazione mossa dall’equità e dall’uguaglianza. Ciò a dimostrazione del fatto che questo modo di affrontare la quotidianità è trasversale a tutti i Paesi del Nord Europa.

L’hygge ha conosciuto un vero e proprio boom al di fuori dei confini della Danimarca tra il 2016 e il 2017, e da quel momento si è proposto come una tendenza a livello mondiale. In Regno Unito, nel 2016, il termine hygge è entrato nella classifica delle parole dell’anno, su Pinterest, alla fine dello stesso, la sua ricerca è cresciuta del 285% e a oggi su Instagram l’hashtag #hygge conta otto milioni e mezzo di post.

Il grande successo dell’hygge può essere imputato a due fattori tra loro complementari: il bisogno di rallentare per apprezzare le piccole cose e uno stile d’arredo facilmente riconoscibile che, negli ultimi tempi, è diventato di gran moda.

Uscire per una scampagnata in bicicletta ammirando la natura circostante, organizzare una cena tra amici in cui condividere piatti semplici e saporiti, sorseggiare in un piovoso pomeriggio una tazza di tè o di cioccolata calda contando le gocce di pioggia che corrono sulla finestra, gustare una fetta di torta nella propria pasticceria preferita mentre si sfoglia un romanzo: questi sono alcuni dei gesti, semplici e naturali, che esprimono appieno la filosofia dell’hygge.

Secondo l’hygge, la casa diventa un nido, un rifugio in cui trascorrere momenti gratificanti da passare sia in solitudine sia in compagnia; per questa ragione colori, materiali e complementi d’arredo rivestono un ruolo importante nella creazione di uno spazio hyggelig. I toni neutri e naturali sono i più indicati: colori come il beige, il marrone chiaro, il grigio e il bianco costituiscono la palette base alla quale, per creare uno stacco cromatico, è possibile aggiungere il nero e il blu oltremare, ma anche un tocco di verde, dato da fiori e piante. Queste ultime, infatti, contribuiscono a rendere l’ambiente più confortevole aumentando il senso di benessere.

Tra i materiali, i più impiegati sono quelli naturali: la pietra con la sua consistenza materica, il cemento ruvido al tatto, il legno, meglio se grezzo o massello, e le fibre vegetali. A questi si possono accostare pelle, cuoio e metalli, senza che la loro presenza si faccia invadente; da evitare invece la plastica.

L’hygge rimanda a uno stile essenziale e minimale, il quale prevede che la maggior parte degli oggetti posseduti non sia esposta ma conservata con cura in armadi e cassetti. Ci sono, però, dei complementi d’arredo irrinunciabili, necessari per rendere hyggelig la propria casa. Una stufa a legna o un camino concorrono ad aumentare il senso di accoglienza e convivialità e possono essere considerati come l’elemento cardine da cui iniziare ad arredare il soggiorno; attorno a essi si possono disporre una libreria e una poltrona, così da creare un piccolo angolo lettura, e un tavolino, per godere di una lenta merenda davanti al fuoco che crepita. Inoltre, non devono mancare fiori essiccati posti in piccoli vasi, candele profumate, meglio se prodotte con cera di soia, e coperte di lana. Per finire, è bene prediligere i grandi spazi e optare, se possibile, per un open space in cui bilanciare i vuoti e i pieni.

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