wine&spirit
Un giorno in distilleria per creare la nostra prima acquavite d’uva
A volte, anzi quasi sempre, si mangia o si beve qualcosa senza sapere come è stato prodotto, senza sapere la storia che c’è dietro e come un elemento primario venga lavorato per ottenere un prodotto finito. Per esempio, noi ci siamo chiesti: ma come si fa la grappa e l’acquavite d’uva? Quindi, per colmare la nostra lacuna, siamo andati… a distillare.
Ospitati da Bonaventura Maschio, azienda trevigiana leader mondiale nel settore, siamo stati accolti da un intenso profumo di frutta, un aroma dolce, zuccherino ma allo stesso tempo intenso, che riempiva l’aria circostante la distilleria. Subito ci è stata spiegata la differenza tra grappa e acquavite d’uva, due prodotti differenti che provengono da materie prime diverse e lavorati con tecniche diverse.
La grappa, infatti viene ricavata dalle vinacce, ovvero il residuo della spremitura dell’uva, che viene fatto fermentare e poi distillato in alambicchi a vapore diretto, per estrarre la parte alcolica da un elemento che si presenta secco. L’acquavite d’uva, invece, proviene dall’uva appena raccolta, o meglio dal succo fermentato che contiene però anche le vinacce stesse. In questo caso, la distillazione è a bagnomaria, e viene fatta in particolari alambicchi sottovuoto che facilitano l’estrazione della parte alcolica senza perdere però i profumi tipici del mosto.
I padroni di casa, Anna e Andrea Maschio, ci hanno spiegato passo dopo passo, anzi ci hanno proprio coinvolto nel processo di distillazione, svelandoci alcuni importanti segreti di quella che, senza sbagliare, può essere considerata un’arte.
Di seguito, il reportage fotografico della giornata.