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Chef sexsymbol: siamo tutte foodie groupie

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“Ah, Joe! Mi fa un sesso”, mi dice la mia amica Bianca, bella e single pr milanese. “Vuoi che muoro?! Sono solo le 8 del mattino!”. A suscitare in lei la confessione è stata la notizia dell’apertura dell’Orsone, il ristorante della famiglia Bastianich a Cividale del Friuli.

Penso a Joe Bastianich. Ok, i gusti, in fatto di uomini e piatti, sono soggettivi, ma io non riesco proprio a immaginarmi mentre mi imbocca con Fried Mozzarella Sticks, preparati dalla (mia) improbabile suocera Lidia… forse con Piergiorgio Parini

Ecco, centrato il punto. Ormai ognuna di noi ha il suo sex symbol dei fornelli. Mentre Bianca si cuoce a puntino leggendo sull’iPhone le interviste rilasciate da Bastianich, immaginandoselo con quell’accento un po’ così mentre dice alla giornalista “La ricetta per conquistarmi: musica, cucina, sesso. O solo il terzo…”, io sono ormai convinta che gli chef siano le nuove rock star e noi, donne nate negli anni ’80, siamo pronte a indossare (o a toglierci) i panni di foodie groupie. Veri e propri schieramenti di fan agguerrite, così come accadde per i Rolling Stone vs i Beatles, pronte ad attraversare l’Italia per incontrare l’amato chef in ristoranti, manifestazioni, fiere e show cooking.

Forse se fosse successo quando eravamo giovani avremmo attaccato nell’armadio il poster di Matias Perdomo in maglioncino Benetton, sognando che ogni mattina, dopo aver faticosamente scelto l’outfit, il suo caldo italiano dal sapore uruguaiano ci confermasse che, sì, siamo bellissime. O avremmo riempito le pagine dei diari con le foto di Carlo Cracco e di Jamie Olivier circondandole con i cuoricini. Ma invece siamo adulte e immaginiamo Chef Rubio in tutte le posizioni del Cookie sutra (versione foodie del Kama sutra). Come la mia vecchia amica Claudia, spiritosa agente immobiliare, che mi racconta il suo sogno erotico: catturare Alessandro Borghese, cospargerlo di tzatziki e “mangiarlo” come fosse un souvlaki. E Rebecca, insospettabile e dolcissima sposa, mamma e manager, che si tufferebbe volentieri in molti remake hollyFoodiani se l’attore protagonista fosse il bel Roberto Valbuzzi.


Tutto questo mi fa pensare che se siamo sempre casalinghe, lavoratrici, compagne, amanti o single disperate, è cambiata la nostra valvola di sfogo, immaginaria o reale per le più fortunate, e dal giardiniere o l’idraulico siamo passate ai cuochi. Probabilmente perché se siamo troppo esposte alle intemperie della società di oggi, non abbiamo forse più bisogno di rifugiarci attorno al focolare? Domestico o stellato che sia?

In fondo, da che mondo è mondo un uomo che cucina è sexy e ai fornelli anche ometti poco attraenti, se esperti ad armeggiare con padelle ed erbe aromatiche, possono trasformarsi in un cocktail micidiale per la libido femminile: attento, abile e paziente nel dosare gli ingredienti per la sua Torta al cioccolato, attento, abile e paziente nel procurarci piacere. O almeno, in teoria. E se così non fosse, possiamo sempre cercare di rendere reale la nostra fantasia, o almeno quella culinaria, facendoci invitare a cena nel ristorante del nostro chef dei sogni o concedendoci un personal chef.

Ma a volte, a un uomo può bastare anche solo l’impegno: tornare a casa alla sera e trovare il tuo compagno con grembiule, mestolo in una mano e pentola dall’altra mentre tenta di preparati la cena, te lo fa sembrare davvero figo. Anche se non ha usato lo scalogno.

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