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A Bolzano si accendono le luci del Natale: torna la magia dei mercatini
L’attesa è ormai finita: la città di Bolzano è pronta a portare per le sue vie la magia con uno degli eventi più attesi dell’anno, il Christkindlmarkt, il tradizionale mercatino di Natale. ll 28 novembre l’appuntamento è in piazza Walther per assistere all’accensione delle oltre 1.300 luci del grande Albero dei Desideri decorato, anche quest’anno, con gli addobbi che riproducono le opere realizzate dai bambini e ragazzi in cura presso gli ospedali durante i laboratori di ceramico-terapia offerti da Fondazione Lene Thun.
Passeggiare per le vie del centro, tra le bancarelle, è un vero incanto. Un momento di gioia che coinvolge tutta la città e offre un’esperienza indimenticabile, tra i profumi di spezie, dolci e vin brûlé, la magia delle luci, i canti natalizi che risuonano nelle strade e le fantasiose decorazioni.
Gli chalet di legno offrono, come da tradizione, artigianato artistico e delizie gastronomiche, tra cui speck e salumi dell’Alto Adige, frittelle, succo di mela e strudel. Tornano anche per questa edizione la Wine Lounge, con una selezione di vini autoctoni e di spumanti tipici dell’Alto Adige, e lo stand dedicato a grappa e distillati; mentre piazza del Grano ospiterà il consueto mercatino solidale.
Crediti: Fiorentino
Il mercatino di Natale di Bolzano è sinonimo di rispetto per l’ambiente e cura per la natura. I mercatini dell’Alto Adige impiegano prodotti regionali e a basso impatto ambientale, garantiscono una gestione efficace dei rifiuti e una mobilità sostenibile. Per questo, l’invito è quello di raggiungere il mercatino in treno. Inoltre, gli stand gastronomici proporranno cibi e bevande stagionali, regionali, vegetariani e con ingredienti biologici e solo acqua in vetro, evitando bevande in lattina o bottiglie di plastica.
Anche quest’anno quello di Bolzano sarà un mercatino diffuso, che toccherà diversi luoghi della città con un calendario ricco di eventi.
La bellissima sala del Circolo Cittadino ospiterà la nona edizione di Un Natale di Libri, la passerella culturale che vedrà, ogni venerdì e sabato dal 29 novembre al 14 dicembre, scrittori di fama, come Paola Barbato, Vittorio Emanuele Parsi, Mariapia Veladiano, presentare i loro ultimi best-seller.
L’Avvento a Bolzano non può certo fare a meno della musica: oltre alle bande folcloristiche e ai cori cittadini, più di 130 concerti animeranno le vie del centro storico. Ogni fine settimana in piazza Walther si terranno concerti di musica tradizionale, mentre il sabato pomeriggio le bande cittadine suoneranno dal balcone del Palazzo Mercatile.
Anche l’arte contemporanea trova spazio nel programma natalizio di “Bolzano Città degli Angeli” con il consueto progetto Angelus Loci, curato e coordinato dallo studio di comunicazione franzLAB: in quattro luoghi della città troveranno posto altrettante originali installazioni site specific realizzate da artisti locali, ognuno dei quali ha scelto materiali e forme diverse per rappresentare il suo “angelo del luogo”.
Crediti: Alex Filz
Il mercatino è un luogo di meraviglie per i più piccoli. In piazza Walther i bambini potranno scegliere tra un divertente giro sulla giostra in sella a un cavallo o sul trenino elettrico; in piazza Municipio il teatro dei burattini e la pista di pattinaggio su ghiaccio; nel Parco dei Cappuccini letture di Natale e tanti laboratori per imparare a creare con le proprie mani piccoli angeli natalizi da portare a casa.
Non solo: il 6 dicembre san Nicolò, il santo protettore dei bambini, farà visita al mercatino di Natale, mentre l’8 dicembre sarà il turno degli spaventosi krampus, che faranno rivivere una delle tradizioni più antiche dell’Alto Adige.
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Tra arte, cultura e cibo: ecco come ho trascorso una settimana a Copenaghen
Ogni anno si ripete sempre la stessa storia. Arriva il caldo insopportabile e per riuscire a sopravvive sono “costretto” a trascorrere qualche giorno a latitudini più alte, in cerca di un po’ di refrigerio.
Per sfuggire all’afa degli ultimi giorni di luglio, mi sono spinto fino in Danimarca, a Copenaghen, per la precisione. Quei dieci gradi in meno rispetto all’Italia sono stati una boccata d’aria fresca – così fresca che al terzo giorno avevo già mal di gola, raffreddore e tosse. Ma questo lieve malessere non mi ha di certo fermato nell’esplorare una delle città più affascinanti del Nord Europa, dove la vita scorrere con un ritmo lento.
Di luoghi da visitare, a Copenaghen, ce ne sono moltissimi e, con l’accompagnamento delle mie foto, voglio portarvi alla loro scoperta.
Tra castelli e palazzi
Due sono le residenze storiche più conosciute della capitale danese: il castello di Rosenborg e il palazzo di Amalienborg.
Circondato da un impeccabile giardino, il castello di Rosenborg, edificato nel 1606, fu utilizzato come residenza reale fino al 1710, anno in cui il re Federico IV scelse di fissare la residenza estiva in un palazzo più moderno. Da quel momento, Rosenborg accolse la collezione dei Gioielli della Corona Danese e altri oggetti di valore, esposti in sale rimaste perfettamente intatte dal XVIII secolo.
Infatti, proprio i Gioielli della Corona, con la loro magnifica opulenza, sono l’attrazione principale del castello. Ma altrettanto spettacolari sono le sale interne, riccamente decorate e arredate, che permettono di rivivere ben quattrocento anni di storia danese.
Costruito verso la fine del 1600, il palazzo di Amalienborg è, dal 1794, la residenza principale della famiglia reale danese. Il complesso è costituito da quattro palazzi principali, in stile rococò, disposti attorno a un cortile ottagonale; al cui centro si erge una monumentale statua equestre di Federico V.
Sfortunatamente solo due dei quattro palazzi sono aperti al pubblico. Al loro interno è possibile ammirare la sala del trono, alcuni appartamenti reali, sale da ballo e diversi studi. Inoltre, con un pizzico di fortuna, recandosi all’esterno del complesso a mezzogiorno in punto è possibile assistere al cambio della guardia.
Perdersi tra le vie di Copenaghen
Che sia in bici – come fanno i local – o a piedi, una passeggiata per Copenaghen, per i suoi canali e per i quartieri più tipici è d’obbligo.
Da non perdere, sebbene sia sempre affollato di turisti, è il canale Nyhavn, simbolo della città assieme alla statua della Sirenetta. Con le caratteristiche case colorate disposte in fila che si riflettono nell’acqua, il canale altro non è che l’antico porto della città. Scavato nel XVII secolo, serviva, infatti, come principale via d’accesso al mare. Oltre ai vari ristoranti presenti – forse un po’ troppo turistici –, Nyhvan è anche il punto di partenza di diversi percorsi fluviali che portano a scoprire i canali della città.
Christiania è un quartiere dalla storia controversa, ma tappa fondamentale per chi si reca a Copenaghen. Una zona militare abbandonata del quartiere venne occupata nel 1971 e proclamata città libera, ovvero un’area non soggetta a tasse e guidata da una legislazione interna, dove, ad esempio, era consentito il consumo di droghe. Oggigiorno, tra baracche, case, murales colorati e sculture all’aperto, sono sorti numerosi bar, ristoranti e caffetterie.
Arte a più non posso
Per chi come me ama passeggiare tra le sale dei musei, a Copenaghen vi è l’imbarazzo della scelta.
Copenhagen Contemporary – forse il mio preferito – è un immenso museo d’arte contemporanea situato all’interno di un vecchio magazzino distribuito su settemila metri quadrati. Qui le opere d’arte si intrecciano con lo stile industrial dell’edificio, rendendo l’esperienza ancora più suggestiva. Se avete occasione di andare, non perdete l’installazione immersiva Aftershock di James Turrell: un tempio di colore bianco, a cui può accedere solo una decina di persone alla volta, dove l’alternarsi di luci colorate crea un senso di smarrimento e perdita dei confini sensoriali.
Se invece amate l’arte antica e moderna, la galleria Ny Carlsberg Glyptotek è la vostra mecca. Il museo racconta attraverso le opere esposte oltre seimila anni di civilizzazione: busti greci e romani, statuette egizie, opere di Auguste Rodin, una collezione di dipinti di Paul Gauguin e una rarissima collezione di sculture di Edgar Degas.
Bakery e ristoranti non mancano
Forse, lo scopo principale di questo mio viaggio era provare quei meravigliosi ristoranti e quelle incantevoli bakery che Instagram mi proponeva tra i reel.
Partendo dalla colazione, la migliore, a mio avviso, è quella che ho fatto da Lille Bakery – a pochi passi dal Copenhagen Contemporary – con un soffice berliner ricoperto di zucchero e cannella e un trancio di pizza con cipolla, olive e acciughe da far invidia alle migliori pizzerie nostrane.
Se, invece, volete iniziare la giornata con un buon croissant, il mio consiglio è Andersen & Maillard: una bakery dallo stile contemporaneo dove sfornano brioche e croissant di ogni tipo, dalla sfogliatura leggera e friabile.
Piatto tipico danese è lo smørrebrød: una semplice fetta di pane di segale imburrata e condita con ciò che si desidera, dalla carne al pesce, dai funghi alle verdure. I migliori smørrebrød della città si possono assaggiare da Selma, un ristorante dall’ambiente minimal ma dai prezzi un po’ elevati, oppure da Aamanns Genbo, un locale dall’atmosfera raffinata situato nella zona residenziale di Carlsberg.
Per una cena internazionale, invece, vi consiglio Hidden Dimsum: pochi posti a sedere, mise en place essenziale, ma piatti della cucina cinese da favola. Oltre alla vasta scelta di ravioli, con i ripieni più disparati, non si possono non ordinare i toast di gamberi e l’anatra arrosto, con quella pelle così croccante…
Ultimi due indirizzi, a prezzi tutto sommato abbordabili per chi desidera sperimentare la cucina scandinava contemporanea: Vækst e Gaarden & Gaden. In entrambi i locali è possibile optare per un menu degustazione, di tre portate nel primo e di sei nel secondo, composti da piatti che seguono la stagionalità dei prodotti e da cui emerge la passione degli chef per il loro lavoro.
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Lisbona da veri local: come vivere al meglio la capitale del Portogallo
Lisbona, la capitale del Portogallo, è per noi italiani una delle mete turistiche più frequentate durante il periodo estivo, complici il bel tempo, la buona cucina, le numerose attrazioni da visitare e, anche, i prezzi contenuti.
Quando si è in viaggio, nulla è più piacevole dell’immergersi completamente nell’atmosfera del luogo che si visita, abbandonando i classici panni del turista e indossando, al loro posto, quelli dei locali, così da scoprire angoli inediti, autentici e conosciuti solo dalla gente del posto.
E noi vogliamo portarvi a conoscere alcuni di questi posti della città bagnata dal fiume Tago.
A caccia di occasioni nei mercati
Per chi ama perdersi tra le bancarelle, il mercato dei ladri, meglio conosciuto come Feira da Ladra, è una tappa assolutamente da non mancare. Questo storico mercato cittadino, situato tra i quartieri di Graça e Alfama, si tiene ogni martedì e sabato e qui si possono scovare oggetti di ogni genere: creazioni fatte a mano, dipinti e tappeti, articoli elettronici, libri e molto altro ancora. Il nome di questo mercato non può trarvi in inganno: un tempo era un luogo in cui avveniva la compravendita di merce rubata, ma oggi è il posto perfetto per trovare articoli bizzarri e unici.
Se ami la natura
Una tappa obbligata quando si visita una città è l’orto botanico, e quello di Lisbona merita di essere esplorato. L’Estufa Fria, situato nel Parque Eduardo VII, è un’oasi di verde e pace, per ritemprarsi dal caldo della città. Il nome significa “serra fredda”, e deriva dall’assenza di riscaldamento al suo interno. Il complesso comprende tre serre: una fredda, una calda e una dolce, quest’ultima dedicata a cactus e piante succulente.
Un giro in tram
Estrela è uno dei quartieri più antichi di Lisbona, comodamente raggiungibile con l’ormai iconico tram 28, che attraversa le più tipiche vie della città. Il quartiere racchiude dei bellissimi giardini, dove è d’obbligo fare lunghe passeggiate tra statue e fontane. Inoltre, è possibile visitare la meravigliosa basilica in stile neoclassico e salire fin sulla cupola per ammirare uno stupendo panorama sulla città.
Una crociera al tramonto
Lisbona al tramonto assume un aspetto a dir poco magico, soprattutto se la si ammira in tutta la sua bellezza dalle acque del fiume Tago. Per averne la prova, basta partecipare a una crociera durante l’imbrunire, e resterete ammaliati dalla bellezza della capitale. Dal fiume avrete una visione inedita della città e dei suoi quartieri, e sarete testimoni delle incantevoli sfumature di colore citate da Pessoa che avvolgono la città al calar della sera.
Designer e creativi cercansi
Le anime più creative e in cerca di novità, non posso saltare una visita al MUDE, il museo del design e della moda, che recentemente ha riaperto i battenti. Il museo si trova nel cuore del centro storico, a pochi passi dall’arco di Rua Augusta e dal Terreiro do Paço.
A Lisbona, poi, non si può non visitare Marvila, un vecchio quartiere industriale che è stato riconvertito in un centro culturale e ricreativo. Per le sue vie si possono ancora ammirare le facciate delle vecchie fabbriche, che si sposano con i più moderni arredi urbani. Da non perdere sono 8 Marvila, un enorme centro culturale di 22.000 metri quadrati, e il Marvila Art District, un affascinante palazzo in cui dimorano artisti che espongono le proprie opere.
Tra il pesce in scatola
Il Portogallo è conosciuto, a livello gastronomico, per il pesce in conserva, e in Rua dos Bacalhoeiros si trova la curiosa Conserveira de Lisboa, un delizioso negozio con scaffali pieni di scatolette di pesce di ogni tipo. Mentre gironzolerete per il negozio, rapiti dall’artigianalità lisbonese, i titolari vi spiegheranno le tecniche di conserva che si tramandano da secoli e che tuttora vengono utilizzate nella preparazione del pesce in scatola.
Lisbona golosa
Per pranzo, il Mercado de Campo de Ourique è una tappa obbligata. Questo storico mercato coperto, inaugurato negli anni Trenta, offre frutta e verdura fresca, insieme a ristoranti e bar alla moda, per immergersi nella vita locale, lontano dalle folle turistiche. Proprio qui si trova una fermata del tram 28, quindi quale occasione migliore per visitarlo?
Se, invece, avete voglia di sorseggiare un buon caffè, magari accompagnato da una sfiziosa brioche, dram’tico è una tappa obbligata. Dram’tico è uno dei bar più in voga della città – e di Instagram –, dallo stile lineare e contemporaneo, dove la coda per raggiungere il piccolo bancone vale il tempo di attesa.
Dopo una giornata di esplorazioni, non c’è niente di meglio che concludere con una cena tradizionale. I tascas, piccoli ristoranti tradizionali spesso a conduzione familiare, sono il cuore pulsante della vita gastronomica e culturale della capitale. Qui si possono assaggiare specialità tipiche come il baccalà alla brasa e il cozido à portuguesa, accompagnati da un bicchiere di vinho verde.
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Alla scoperta delle bellezze italiane: Verona, la città degli innamorati
«Non c’è mondo per me, Frate Lorenzo, al di là delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l’esilio dal mondo vuol dir morte». Questa è una delle battute più celebri di Romeo e Giulietta, la tragedia composta da Shakespeare tra il 1594 e il 1596 ambientata nella città di Verona.
Archetipo dell’amore perfetto, la storia dei due innamorati ha fatto della città veneta un simbolo del romanticismo, la quale, proprio per questa ragione, è visitata ogni anno da milioni di turisti. Andiamo alla sua scoperta!
Il nostro tour parte dalla centralissima Piazza Bra: qui sorge in tutta la sua maestosità l’Arena. Considerata il simbolo della città, l’Arena è un ampio anfiteatro romano edificato nel I secolo con il rosso ammonitico della Valpolicella, una pietra calcarea con sfumature rosate. Oggi l’Arena è sede dell’omonima fondazione e luogo in cui si svolgono concerti, spettacoli di vario genere e opere liriche. Sul versante meridionale di Piazza Bra si trova la Gran Guardia, palazzo risalente al Seicento che oggi ospita mostre e convegni, mentre sul lato orientale svetta Palazzo Barbieri, costruito nell’Ottocento e oggi sede del Comune di Verona.
Nella piazza converge Via Mazzini, la strada dello shopping che conduce nell’incantevole Piazza delle Erbe, per secoli il fulcro della vita sociale, economica e religiosa di Verona. In epoca romana ospitava il foro, di cui l’attuale piazza conserva l’originale lunghezza. Sulla piazza si affaccia il duecentesco Palazzo della Ragione che fu il centro del potere politico cittadino. Devastato da numerosi incendi, deve il suo attuale aspetto all’architetto Giuseppe Barbieri che nell’Ottocento ristrutturò la facciata rivolta verso la piazza secondo lo stile neoclassico. Il palazzo è sovrastato dalla Torre dei Lamberti, eretta nel 1172 dall’omonima famiglia secondo lo stile romanico dell’epoca. Nel tempo ha subito vari innalzamenti fino al 1464 quando, con l’aggiunta della cella campanaria ottagonale, ha raggiunto ottantaquattro metri di altezza diventando la torre più alta di Verona. In ascensore è possibile accedere alla sua sommità, assaporando un’impareggiabile vista sulla città.
Giunti a Piazza delle Erbe, alzate lo sguardo e osservate attentamente l’Arco della Costa: da esso pende una costola di balena, che secondo le credenze popolari era una costola perduta dal diavolo, utilizzata come insegna da una farmacia un tempo situata sotto lo stesso arco.
Percorsa la piazza e proseguendo prima in direzione di Santa Anastasia, una basilica consacrata nel 1471, e poi di Ponte Pietra, il più antico ponte di Verona, si raggiunge Castel San Pietro, posto sull’altra sponda del fiume Adige. Il castello sorge su un piccolo colle che, fin dal Medioevo, si rivelò essere un punto strategico e difensivo di straordinaria importanza. Edificato alla fine del 1300 dai Visconti, gran parte del castello e degli edifici interni, compresa la chiesa, vennero distrutti nel 1801 dai soldati napoleonici che consegnarono i resti alle truppe austriache. Furono proprio gli austriaci a realizzare tra il 1852 e il 1856 la caserma militare che ancora oggi possiamo ammirare. La sommità di Colle San Pietro, alle cui pendici si trova il Teatro Romano, può essere raggiunta percorrendo una scalinata panoramica o con la più comoda funicolare.
Di epoca medievale è anche Castelvecchio, sede dal 1924 dell’omonimo museo. Il castello fu costruito tra il 1354 e il 1356 da Cangrande II della Scala come nucleo fortificato di controllo sull’Adige in corrispondenza dell’accesso settentrionale alla città. Oggi, tra le sue mura, sono conservati dipinti ecclesiastici, collezioni d’armi e sculture romaniche.
Nella centralissima Via Cappello, al numero 23, sorge la casa in cui, si crede, abitò Giulietta Capuleti. Nel piccolo ma luminoso cortile interno è presente una statua bronzea della giovane donna, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini, si cui si getta il celeberrimo balcone da cui Giulietta si affacciava per parlare con l’amato Romeo.
Verona è una città che riserva numerosissime sorprese: nella città degli innamorati meritano, infatti, di essere visitati altri monumenti ed edifici simbolo come la Tomba di Giulietta, l’incantevole Palazzo Giusti, Palazzo Maffei e la Biblioteca Civica.
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